A Grazzano, località del Monferrato situata al centro
della direttrice Asti - Casale Monferrato, ha sede il Museo Storico
Badogliano, ospitato nella casa natale del Maresciallo d'Italia
Pietro Badoglio.
In questa casa, l'illustre personaggio vide i natali il 28 settembre
1871 e passò gli anni dell'infanzia.
Venduto nel 1921 in seguito alla morte del fratello Giuseppe,
nello stabile continuò a vivere fino al 1929, anno della
sua morte, la mamma del Maresciallo, Antonietta Pittarelli.
Nel 1937, in segno di omaggio per la vittoriosa conclusione
della campagna in Africa Orientale, la casa venne ricomprata dalla
sezione casalese dell'ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati e
Invalidi di Guerra), che la offerse al Maresciallo.
Badoglio accettò il dono, a condizione che lo stabile venisse
adibito ad asilo infantile.
Il 24 ottobre 1937 si inaugurò dunque l'asilo infantile
"Antonietta Badoglio", affidato alle suore di Sant'Anna
e della Provvidenza.
Badoglio stabilì pure che due delle stanze a piano terreno ospitassero un piccolo museo coloniale: fu questo il primo nucleo dell'attuale esposizione.
Era lo stesso Maresciallo ad illustrare ai visitatori i pezzi più significativi della piccola mostra: un cannoncino italiano impiegato dalle artiglierie italiane durante la campagna del 1895-96, catturato dagli abissini e riconquistato dalle nostre truppe nel forte di Adigrat, la bandiera che per prima sventolò sul ghebì imperiale di Addis Abeba, l'uniforme indossata il 5 maggio 1936 alla conquista della capitale abissina.
Nella casa natale Badoglio ritornava ogni anno per passare
due mesi di villeggiatura: fu proprio qui che, stroncato da una
crisi cardiaca, morì il 31 ottobre 1956, al termine della
sua ultima vacanza monferrina.
Estintosi l'asilo nel 1988, l'originario museo badogliano venne
arricchito da ulteriori reperti e furono aperte nuove sale: nell'estate
1990 venne riaperto al pubblico grazie all'aiuto di alcuni volontari
coordinati dalla locale Fondazione Badoglio. L'anno successivo
si costituì il Centro culturale "Pietro Badoglio",
associazione privata su base volontaristica che pose tra i suoi
fini statutari proprio la gestione e l'arricchimento del museo.
Nella primavera 2001 il Museo, sinora visitabile solo su prenotazione,
ha riaperto i battenti con un orario fisso (dalla fine di aprile
ai primi di novembre, la domenica pomeriggio), dopo essere stato
riordinato e ulteriormente arricchito.
L'allestimento e l'ampliamento di questo museo, dedicato ad
un personaggio che, nel bene e nel male, è stato protagonista
di 70 anni di storia italiana, corrisponde al desiderio di documentare
i fatti che hanno visto coinvolto il Maresciallo Badoglio, offrendo
al visitatore un panorama che sia il più completo possibile
degli avvenimenti, specialmente dei più controversi.
Alla sensibilità e alla cultura personale del visitatore
è lasciato ogni giudizio conclusivo; desiderio dei responsabili
della struttura è esclusivamente di rendere un servizio
alla verità storica seriamente illustrata e documentata.
Nel Museo, compatibilmente con lo spazio disponibile, è
esposta una notevole quantità di fotografie, giornali d'epoca,
libri, uniformi, armi e cimeli vari, provenienti dalla famiglia
Badoglio e da una serie di donazioni private che nel corso degli
anni si sono succedute copiose e costanti.
È articolato su otto sale e due corridoi; ciascun ambiente
svolge una trattazione tematica.
Corridoio al piano terreno
Il visitatore è accolto da una serie di fotografie di Grazzano,
un tempo sede di una rilevante abbazia benedettina fondata nel
secolo X da Aleramo, primo marchese del Monferrato, e soppressa
nel 1802. La chiesa abbaziale, ora parrocchiale, ospita la tomba
di Aleramo.
Sala 1: Salotto dell'antica casa Badoglio
Collezione di ritratti e fotografie degli antenati del Maresciallo
e dei suoi famigliari (la moglie, i figli, nuore e genero), fotografie
della vita privata; l'arredo è rimasto sostanzialmente
qual era alla fine dell'Ottocento. Dalle caratteristiche di questo
ambiente si comprendono le condizioni di discreta agiatezza economica
della famiglia Badoglio, i cui padre e nonno (entrambi effigiati
in due ritratti) ricoprirono la carica di sindaco di Grazzano
per diversi anni. La mamma Antonietta Pittarelli (ritratta in
due tele, oltre che raffigurata in un bassorilievo di bronzo all'esterno
della casa) proveniva dalla buona borghesia astigiana (un suo
fratello fu sindaco di Asti e cofondatore della locale Cassa di
risparmio).
Sono ritratti anche i quattro figli del Maresciallo, con i rispettivi
consorti, oltre alla moglie di Badoglio, Sofia Valania, alla quale
è intitolato un ente benefico grazzanese.
Sala 2: Sala dell'Africa
Si tratta di quel primitivo nucleo ordinato personalmente da Badoglio
alla fine degli anni '30. Raccoglie cimeli delle campagne italiane
in Africa (1887, 1895-96, 1911-12, 1935-36), tra cui la sciabola
del ras Alula, un cannoncino italiano, l'uniforme indossata il
5 maggio 1936 all'entrata in Addis Abeba, la collezione completa
rilegata dell'"Illustrazione Italiana" del 1936, varie
armi da taglio abissine, lo scudo del ras Sejum Mangascià,
un raro pugnale da marcia della MVSN con impugnatura in avorio
(donato al Maresciallo in occasione della consegna della tessera
onoraria del PNF), una serie di medaglie commemorative (ditta
Johnson di Milano) della marcia di avvicinamento alla capitale
etiopica.
Alle pareti vi sono due affreschi commissionati da Badoglio al
pittore Mino Buttafava, raffiguranti l'"Affrica Orientale
Italiana" ed una processione di ecclesiastici copti.
In una vetrina è esposto il ritratto del Ten. Col. Tomaso
Decristoforis, nativo di Casale Monferrato e trucidato a Dogali
alla testa della colonna italiana dagli uomini di ras Alula: l'eco
della tragica fine dell'ufficiale ebbe tanta risonanza in Monferrato
da indurre - si dice - il giovane Badoglio, destinato dalla famiglia
a diventare medico, ad abbracciare la carriera delle armi.
Sala 3: La carriera fino al termine della I Guerra mondiale
Ospita varie fotografie concernenti la carriera militare di Pietro
Badoglio dapprima nell'Arma di artiglieria poi nel Corpo di Stato
maggiore; sono sunteggiate le fasi più significative della
Grande Guerra che hanno visto protagonista il Grazzanese (presa
del Sabotino, battaglia della Bainsizza, battaglia del Piave e
battaglia finale di Vittorio Veneto).
Viene anche ricordata la triste pagina della rotta di Caporetto,
nella quale le responsabilità di Badoglio sono state a
lungo dibattute: in particolare, è esposto un intervento
molto circostanziato di Gian Luca Badoglio, nipote del Maresciallo
e storico della Grande Guerra.
Si trova esposto il telefono da campo con cui Badoglio diresse
le due battaglie del 1918 (Piave e Vittorio Veneto).
Sono illustrate le trionfali accoglienze tributategli a Grazzano
nel settembre 1919, una settimana prima di essere nominato Commissario
per la Venezia Giulia, nel pieno della crisi causata dalla marcia
di D'Annunzio.
Sono ampiamente documentate le missioni che lo impegnarono nel
dopoguerra (in Romania, in Ungheria e negli Stati Uniti), nonché
il soggiorno in Brasile in qualità di ambasciatore plenipotenziario
(1924-1925).
Vengono pure ricordati gli altri due Marescialli d'Italia monferrini,
Gaetano Giardino di Montemagno e Ugo Cavallero di Ponzano: entrambi
ebbero stretti contatti con Badoglio. Giardino fu, al pari di
Badoglio, vicecapo di Stato maggiore all'indomani di Caporetto,
mentre Cavallero, che nella prima Guerra mondiale era colonnello
Capo Ufficio Operazioni, collaborò con Badoglio per dirigere
la battaglia del Piave e venne chiamato a succedergli nella carica
di Capo di Stato Maggiore generale nell'autunno del 1940 (nel
1943 sarà arrestato per ordine del Governo presieduto dal
Grazzanese e la sua tragica fine è ancora avvolta nel mistero).
Sala 4: Sala del Governatorato
Raccoglie un'ampia documentazione fotografica dei cinque anni
(1929-1934) in cui Badoglio fu Governatore della Tripolitania
e Cirenaica, essendo succeduto a De Bono.
Si trovano esposte fotografie d'epoca che illustrano l'opera amministrativa
svolta dal Governatore, che promosse la realizzazione di infrastrutture
ancora oggi esistenti e funzionanti. Durante il suo Governatorato,
nel 1932, Badoglio ricevette la visita dei Principi di Piemonte
da poco sposi, che si fanno ritrarre in tenuta beduina.
Sono illustrate anche alcune delle manovre militari terrestri
e aeronavali per lo svolgimento delle quali Badoglio ogni anno
ritornava temporaneamente in Patria.
In due vetrine sono esposte alcune armi da fuoco automatiche e
semiautomatiche di fabbricazione europea prodotte dai Paesi sanzionisti
e catturate agli abissini, oltre ad un moschetto mod. 91 in dotazione
ai nostri soldati. Vi si trova anche un elmetto da parata in
cuoio mod. 1937.
Sala 5: Sala dell'Impero
Vi sono esposti cimeli e ricordi della campagna in Africa Orientale
(2 novembre 1935 - 5 maggio 1936), tra cui la grande bandiera
issata sul palazzo imperiale del Negus, una collezione di oltre
80 fotografie d'epoca donate dal reduce d'Africa grazzanese Carlo
Rappellino, due numeri del "Marc'Aurelio", la collezione
completa rilegata della "Domenica del Corriere" del
1935, alcuni omaggi donati al Maresciallo. Una memoria viene
fatta anche della campagna "Oro alla Patria", promossa
dal regime fascista per controbattere alle sanzioni promulgate
dalla Società delle Nazioni: è esposta una vera
nuziale in metallo vile che venne consegnata ad una sposa che
il 18 novembre 1935 ("giornata della Fede") donò
il proprio anello nuziale d'oro perché venisse convertito
in denaro, necessario ad affrontare le spese imposte dalla guerra.
Nella vetrina centrale trova posto una uniforme da sera nera con relativa feluca e berretto rigido e un'uniforme adeguata al tempo di guerra con berretto rigido indossata da Badoglio nei primi mesi del secondo conflitto mondiale. Entrambe le divise recano i nastrini delle decorazioni, che con i fregi e i gradi militari sono ampiamente illustrati da appositi pannelli.
Corridoio al primo piano
Tratta sinteticamente della prime due campagne della Seconda guerra
mondiale (Alpi occidentali e Grecia), per passare al 25 luglio
1943 (formazione del primo Governo Badoglio) e all'armistizio
di Cassibile (3 settembre 1943). Un'ampia rassegna stampa riporta
i diversi punti di vista sui fatti accaduti durante i "45
giorni" e dopo che venne reso noto l'armistizio (8 settembre).
Si trova pure esposta la raccolta rilegata dei supplementi domenicali
del "New York Times" dell'annata 1943, con le reazioni
statunistensi al succedersi delle situazioni in Italia. È
stata anche inserita una delle molte vignette che la propaganda
della RSI produsse sul Maresciallo e su Vittorio Emanuele III,
tacciati sempre di tradimento e di doppio gioco a favore delle
Potenze alleate.
Sala 6: Camera da letto
Varie fotografie ed oggetti di carattere privato, relativi specialmente
agli ultimi anni di vita del Maresciallo, e riguardanti la sua
morte. Un'abbondante rassegna stampa e servizi fotografici illustrano
i solenni funerali svoltisi in Grazzano il 4 novembre 1956.
La camera è rimasta arredata qual era nei primi anni '50,
con stile molto sobrio.
Sono ricordati anche gli illustri benefattori della Fondazione
Badoglio (tra essi, Volpi di Misurata, Vittorio Cini, Gaetano
Marzotto, Vittorio Necchi, Pininfarina) e la biografa del Maresciallo,
Vanna Cravero Vailati. Una parte di fotografie riguardano gli
ultimi anni del Maresciallo e le sue frequenti visite a Grazzano,
dove incontrava i vecchi amici e gli amministratori della Fondazione:
a Grazzano dimorava assistito dalla domestica Augusta Pellegrinetti
e dal carabiniere autista Sebastiani.
Sala 7: Biblioteca
Raccoglie una collezione di opere scritte su Badoglio a partire
dagli anni del primo dopoguerra.
Sono esposti anche volumi appartenuti al Maresciallo e di argomento
storico-militare, con un piccolo fondo in lingua portoghese, raccolto
durante il soggiorno brasiliano. Ospita pure i volumi offerti
al Museo nel corso degli anni, tra cui una raccolta di giornali
di trincea del periodo 1918-19 donata da Chiara Badoglio, pronipote
del Maresciallo.
Un ricordo è fatto anche del Gen. Luigi Mondini, insigne
storico militare, già Capo dell'Ufficio storico dello SME,
comandante dell'Accademia Militare e della Divisione Mantova,
che donò la propria vasta biblioteca specialistica al Comune
di Grazzano (attualmente una parte dei volumi è conservata
presso il Museo, altra parte in Municipio).
La biblioteca è aperta, su richiesta, agli studiosi.
Sala 8: Mostra permanente
Nel dicembre 2000 in una sala adiacente al Museo è stata
inaugurata una mostra permanente dal titolo "L'Italia dei
governi di guerra 1943-1945", che attraverso un percorso
guidato illustra con una serie di tabelloni gli avvenimenti che
vanno dal luglio 1943 all'aprile 1945. La rassegna è destinata
prevalentemente ai giovani e alle scolaresche e si articola su
tre sezioni: "25 luglio 1943: la caduta del fascismo",
"Quando l'Italia era divisa in due", "La cobelligeranza
antinazista". Sono esposti anche la prima pagina originale
del "Corriere della Sera" del 26 luglio 1943 ed alcuni
manifesti emanati dalle autorità della RSI e dalle giunte
partigiane.
Il Centro culturale "Pietro Badoglio" nei suoi 10
anni di vita ha anche curato una serie di pubblicazioni riguardanti
la vita e l'attività del Maresciallo:
- Atti del convegno "I Governi Badoglio dalla caduta del
fascismo alla cobelligeranza antinazista" tenutosi nel 1993
ad Asti
- "Pietro Badoglio nel quarantesimo della scomparsa"
di Antonio Rossi (1996)
- "Pietro Badoglio soldato e uomo politico" di Rodolfo
Prosio, (1997)
- "Bambini di Grazzano entrate con letizia" di Alessandro
Allemano, (2000)
Tutti i volumi sono disponibili contattando il Centro o il
personale che accompagna i visitatori del Museo.
A tutti i visitatori viene inoltre offerto un opuscolo che illustra
dettagliatamente le date della vita e della carriera del Maresciallo
Badoglio.
Alessandro Allemano, Presidente del Centro culturale "Pietro
Badoglio" e Direttore del Museo storico badogliano
e-mail: badoglio@badoglio.it oppure: alessandro.allemano@libero.it
sito internet: www.badoglio.it