Emilio Bonaiti manda un articolo sul uno dei primi Capo di Stato Maggiore dell’Arma Aeronautica La Breve Guerra del Generale Pricolo. Ricordiamo ancora l’articolo che illustra la più celebre delle battaglie della Prima Guerra Mondiale: Verdun, la madre di tuttte le battaglie. Da leggere anche l’articolo per illustrare la fa figura di colui che, per i Francesi, fu l’inventore del carro armato, ma che ,comunque, fu tra coloro che per primi ne capirono l’importanza nelle guerre moderne, Jean Baptiste Eugéne Estienne, Chi era costui? Segue un articolo che, come ci ha abituato l’autore, si presenta accattivante gà dal titolo, La Svizzera e le guerre mondali, tenendo presente che spesso la neutralità è una celta difficile a mantenersi quando un paese sia totalmente circondato da nazioni in guerra tra di loro; a noi si sono aperti nuovi punti di vista. Ricordiamo l’ultima edizione de L’Artiglieria del Regio Esercito (aprile 2019) che completa l’articolo (dicembre 2018) sui Carri Armati del Regio Esercito con ricca bibliografia che a sua volta completa ed arricchisce i precedenti nei quali, dopo aver trattato delle forze corazzate tedesche, aveva inviato (giugno 2018) a disposizione di studiosi ed appassionati un articolo sui carri armati inglesi che tratta soprattutto delle teorie sviluppate in Gran Bretagna sull’argomento con riferimenti, ovviamente, all’effettivo impiego che ne derivò: Carri armati inglesi 1914-1945 Tra la pletora di pubblicazioni che riguardano le forze corazzate tedesche nella II Guerra Mondiale questo articolo ha il pregio di essere sintetico e poco affaticante per lo stile agile dell’autore; corredato da una buona bibliografia è da leggere per avere un primo quadro delle problematiche sull’argomento: LA DIVISIONE CORAZZATA TEDESCA. Dell’ottobre 2015è un articolo a dir poco“dissacrante” su LA STRANA GUERRA DELLA REGIA MARINA , che segue il documentatissimo articolo: “L’Armée de l’Air (1918-1940)”. Specialista di storia fra le due guerre e soprattutto di storia francese, il suo articolo può soddisfare i palati storici più raffinati e non manca di giudizi tranchants e graffianti su politici, generali e ideologie, che non risparmiano proprio nessuno. Questo articolo segue (dicembre 2014) più che un articolo un vero saggio su Il Bombardamento strategico, che illustra le teorie che poi influenzarono l’uso dell’arma aeronautica nella II Guerra Mondiale, con gli effetti che tutti videro… sulle loro teste. Da leggere anche (ottobre 2014) La Francia negli anni Trenta, Gli anni che le locuste hanno mangiato, più che un articolo un vero saggio che, unito ai precedenti, contribuisce in misura eccellente a chiarire tutta la situazione politico-militare non solo della Francia ma dell’intera Europa. Già dopo i due articoli sulla Francia tra le due guerre ne era arrivato uno (febbraio 2014) sull’Inghilterra: LA BATTAGLIA D’INGHILTERRA a commento del quale ricordiamo le parole di Winston Churcill: Mai, nel campo delle umane lotte, tanto fu dovuto da un così gran numero di uomini a così pochi. L’articolo (dicembre 2013) LA FRANCIA NEGLI ANNI VENTI Les années périlleuses è il seguito ed i naturale complemento del precedente (novembre 2013): La Francia e il trattato di Versailles. Ricordiamo(luglio 2013) l’importante frutto del suo lavoro dal titolo: La campagna di Francia 1939 – 1940. Come si evince dal titolo l’Autore non si occupa soltanto dell’invasione della Francia e di quelle collaterali del Belgio e dell’Olanda, ché altrimenti non comparirebbe anche l’anno 1939. In realtà Bonaiti prosegue il suo lavoro di analisi sul biennio ’39 e ’40, mirabilis o horribilis secondo le preferenze, iniziato con gli articoli precedenti sulla storia della Polonia e sulla sua invasione iniziata il 1° settembre 1939. Il lettore di questo articolo, in realtà quasi un volume, rimarrà sorpreso della completezza dell’indagine, della quantità veramente notevole delle notizie che giungono sino al dettaglio, della notevolissima bibliografia e soprattutto dalla capacità di delineare in maniera chiara e profonda un quadro politico e militare straordinariamente complesso come quello preso in esame. Questo articolo (febbraio 2013) Il Regio Esercito alla fine degli anni Venti è l’ideale continuazione del precedente Il Regio Esercito negli anni Venti: i quadri, la logistica e l’addestramento, pubblicato a gennaio. Il primo, tuttavia, concentrava il focus dell’indagine storica sulle caratteristiche tecniche ed ordinative del R.E. uscito dalla Prima Guerra Mondiale. Quello attuale, viceversa, osserva l’elemento militare italiano alle prese con il secolo breve ed i suoi problemi: il nuovo regime, l’evoluzione degli armamenti e soprattutto le crisi ed i rapporti internazionali, come ad esempio i molteplici Trattati di amicizia, l’affaire di Corfù e le inconcludenti Conferenze che si avvicendarono in quei due convulsi decenni che Foch giustamente definì «un armistizio di vent’anni». L’autore ne ricava un quadro sostanzialmente negativo riguardo agli uomini al comando ed alle risorse delle Forze Armate, paragonate alle attese ed alle pretese della politica. Raccomandiamo di leggere anche: (gennaio 2013) una disanima molto ben documentata su Il Regio Esercito negli anni Venti: I quadri, la logistica e l’addestramento, dalla quale si possono fare molte considerazioni sulla reale capacità militare della nostra nazione durante il Ventennio. Dello stesso autore abbiamo già ricevuto (ottobre 2012) un notevole lavoro che tratta della poco conosciuta storia politica della Polonia dal 1918 alla II G.M. e mette in particolare risalto sia lo stato delle forze armate polacche nel settembre del 1939, sia la celebre campagna russo tedesca che pose fine alla breve esistenza del suo Stato indipendente: Polonia, nascita, vita e morte di una nazione.